I terremoti

 

Cosa sono i terremoti

I terremoti , detti anche sismi, sono movimenti improvvisi e rapidi della crosta terrestre, provocati dalla liberazione di energia in un punto interno, detto ipocentro; di qui, una serie di onde elastiche, dette "onde sismiche", si propagano in tutte le direzioni, anche all'interno della Terra stessa; il luogo della superficie terrestre posto sulla verticale dell'ipocentro, si chiama epicentro ed è generalmente quello più interessato dal fenomeno.

La superficie terrestre è in lento ma costante movimento (vedi tettonica) e i terremoti si verificano quando la tensione risultante eccede la capacità del materiale roccioso di sopportarla. Questa condizione occorre molto spesso ai confini delle placche tettoniche nelle quali la litosfera terrestre può essere suddivisa. Gli eventi sismici che si verificano ai confini tra placche sono detti terremoti interplacca; quelli meno frequenti che avvengono all'interno delle placche della litosfera sono detti terremoti intraplacca.

Ogni giorno sulla Terra si verificano migliaia di terremoti; solo qualche decina sono percepiti dalla popolazione e la maggior parte di questi ultimi causano poco o nessun danno. La durata media di una scossa è molto al di sotto dei 30 secondi; per i terremoti più forti, però, può arrivare fino a qualche minuto. Le onde elastiche che si propagano durante un terremoto sono di diverso tipo e in alcuni casi possono risultare in un movimento prevalentemente orizzontale o verticale del terreno (scossa ondulatoria o sussultoria). Un terremoto può essere accompagnato da forti rumori che possono ricordare boati, rombi, tuoni, sequenze di spari, eccetera; questi suoni sono dovuti al passaggio delle onde sismiche all'atmosfera e sono più intensi in vicinanza dell'epicentro.

Alcuni terremoti, specialmente i più forti, sono anche accompagnati, preceduti o seguiti da fenomeni naturali, come: bagliori o lampi; modificazioni improvvise del campo magnetico, elettrico o della radioattività locale (emissione di radon); nervosismo degli animali; variazione del livello delle falde o delle acque costiere; attività vulcanica. Tutte queste manifestazioni hanno trovato riscontro nelle osservazioni e nelle testimonianze, e sono state studiate e confermate dalla ricerca scientifica che è giunta alla spiegazione di ognuna di esse, anche se, in mancanza di consenso unanime, non costituiscono di fatto misure effettivamente riconosciute o adottate sul fronte della previsione.

Danni dei terremoti

I terremoti possono causare gravi distruzioni e alte perdite di vite umane attraverso una serie di agenti distruttivi, il principale dei quali è il movimento violento del terreno con conseguente sollecitazione delle strutture edilizie in posa, accompagnato eventualmente anche da altri effetti quali inondazioni (ad esempio, maremoto o cedimento di dighe), cedimenti del terreno (frane, smottamenti o liquefazione), incendi o fuoriuscite di materiali pericolosi. In ogni terremoto, uno o più di questi agenti possono concorrere a causare gravi danni e numerose vittime.

I terremoti sono gli eventi naturali di gran lunga più potenti sulla terra; i sismi possono rilasciare in pochi secondi un'energia superiore a migliaia di bombe atomiche, solitamente misurata in termini di momento sismico. A tal riguardo basti pensare che un terremoto riesce a spostare in pochi secondi volumi di roccia di centinaia di chilometri cubi. L'unità di misura sismica più usata è tuttavia ancora la Scala Richter, una scala logaritmica adimensionale che rappresenta, per ogni differenza relativa di 2, una fattore di potenza di 1.000; quindi, un terremoto di magnitudo 6 è mille volte più potente di uno di magnitudo 4.

Il singolo evento che ha fatto registrare più vittime negli ultimi mille anni è il terremoto dello Shaanxi (Cina) del 1556, di magnitudine 8,3, a causa del quale morirono 830.000 persone. Quello a più alta magnitudo, invece, è il Terremoto di Valdivia (Cile) del 1960, che raggiunse 9,5.

Ipocentro ed epicentro 

I terremoti di maggiore magnitudo sono di solito accompagnati da eventi secondari (e non necessariamente meno distruttivi) che seguono la scossa principale e si definiscono repliche (spesso definite in modo non corretto scosse di assestamento). Quando più eventi si verificano contemporaneamente, o quasi, può trattarsi di terremoti indotti (il sisma innesca la fratturazione di altra roccia che era già prossima al punto critico di rottura). La fonte del terremoto è generalmente distribuita in una zona interna della crosta terrestre — nel caso dei terremoti più devastanti questa può avere un'estensione dell'ordine di un migliaio di chilometri — ma è normalmente possibile identificare un punto preciso dal quale le onde sismiche hanno avuto origine; questo si chiama "ipocentro" e qui si è originato il movimento della frattura preesistente (faglia) o la sua improvvisa generazione. La proiezione verticale dell'ipocentro sulla superficie terrestre viene invece detta "epicentro", ed è il punto in cui di solito si verificano i danni maggiori.

Alcuni terremoti sono causati dal movimento magmatico all'interno di un vulcano, e possono essere indicatori di una imminente eruzione. In rarissimi casi, terremoti sono stati associati all'accumulo di grandi masse d'acqua nei bacini delle dighe, come per la diga di Kariba in Zambia, Africa, e con l'iniezione o estrazione di fluidi dalla crosta terrestre (Arsenale delle Montagne Rocciose). Tali terremoti avvengono perché la resistenza della crosta terrestre può essere modificata dalla pressione del fluido. Infine, i terremoti (in senso molto ampio) possono essere il risultato della detonazione di esplosivi.

Le nostre teorie

Dopo una breve introduzione al terremoto classico, cercherò di farvi capire a che tipi di terremoti andremo incontro, terremoti che non hanno nulla a che vedere con questi che vi ho appena descritto. I nostri studi ci hanno indotto a credere che la Terra stia lentamente rallentando nella sua rotazione intorno all suo asse. Questo provoca uno slittamento della crosta terrestre sopra il mantello a causa della forza d'inerzia (è come quando si frena violentemente in auto, il vostro corpo tenderebbe a proseguire, se non foste ben saldi all'auto) e dato che la crosta terrestre non è ancorata a nulla, questa accumula velocità di muovimento in una determinata direzione, che si esaurisce quando si scontra contro altre placche tettoniche ferme, o di inversa direzione. Se consideriamo il fatto che la forza d'impatto (senza considerare tutti i fattori esterni) si può calcolare con la seguente formula : F=m*v, dove F=forza d'impatto, m=alla massa della placca tettonica e v=differenza tra le velocità delle placche tettoniche che si scontrano, ci possiamo subito rendere conto, che tralasciando il valore di v, la massa di una placca tettonica è enorme e... poco*tanto=tanto.

La forza determinante che procherà questo "effetto" sta nell'inversione polare, che crediamo sia in atto (di cui approfondiremo in un altro articolo).

Siamo alla ricerca di "zone sicure", strade praticabili per raggiungere questi luoghi, ma non è facile determinare le zone a rischi o meno, le nostre poche certezze sono nel fatto che le nostre case non saranno posti sicuri, che l'ambiente subirà variazioni da renderlo irriconoscibile, le infrastrutture create dall'uomo non dureranno a questi terremoti molto più forti e duraturi del "normale". Ci troveremo ad affrontare voragini improvvise, montagne che collassano e altre nuove che si creano.

Noi pensaimo che i "luoghi sicuri" possano essere l'alta montagna in zone non sismiche, e in mare aperto, anche se qui non mi aspetterei la calma piatta...(approfondiremo in un altro articolo).

Articolo di Magnitudo